Rivalutiamo la più classica delle scoperte, quella dell’acqua calda: i Tarocchi non svelano il Destino, semmai aiutano a costruirlo… e c’è una bella differenza tra svelare e costruire!
Il Destino non è già scritto
I tarocchi non rivelano il destino perché il destino è una tela bianca che l’uomo dipinge giorno dopo giorno, pennellata dopo pennellata. L’uomo libero da condizionamenti fisici e mentali ha la possibilità di scegliere e ha nelle mani il suo futuro: potrà fare bene o male, tutto dipenderà dal suo animo e dalle sue abilità. L’uomo schiavo, invece, subirà le decisioni di altri.
Ma chi sono gli uomini schiavi? Coloro che subiscono condizionamenti di ogni genere senza ribellarsi, pur avendone la possibilità, e che si vedono così privati della libertà di agire e di pensare. Tra questi non vi sono i più deboli, coloro che hanno bisogno del sostegno di altri e ai quali non possiamo imputare l’incapacità di incidere più di tanto sulla propria vita. Non è dei più deboli che parliamo ma di altre persone, di quelle che adducono motivazioni di ogni tipo per giustificare la loro inerzia: in questi casi si tratta di pigrizia fisica e mentale o di mancanza di volontà.
Avete presente le tante persone affette da disabilità che compiono imprese incredibili nello sport? Sono esempi positivi di persone che vogliono vivere, che compiono una scelta, che decidono di guidare il proprio destino. Sono persone libere. Con questo non diciamo che chiunque sia libero a questo mondo, perché sia la natura sia gli eventi rendono talvolta davvero difficile la vita di alcune persone; stiamo invece dicendo che, in molti casi, le persone sono libere malgrado le difficoltà, ed è soltanto il loro atteggiamento a renderle schiave.
Un uomo che ha la fortuna di essere libero deve avere la forza, la volontà, l’intelligenza e la dignità di vivere la propria vita prendendo decisioni e rischi: così scriverà il suo destino. Vi chiederete a questo punto cosa c’entrino le carte e se, potendo l’uomo scegliere per costruirsi il proprio futuro, le carte servino a qualcosa… sì! Servono eccome!
Prendere il sentiero giusto
Immaginate di trovarvi in un luogo sconosciuto di sera, con poca luce. Potrebbe essere una stradina di campagna. Non ci sono case intorno a voi. State camminando lungo la via e giungete ad una diramazione: davanti a voi c’è un bivio, due sentieri apparentemente identici dal momento che il buio fitto non vi permette di capire dove condurranno sia l’uno che l’altro. Quale sceglierete? (E no, lo smartphone con le mappe non ce l’avete.)
Se vi sembra una situazione limite vi sbagliate, perché nella vita di tutti i giorni siamo continuamente chiamati a fare scelte, e questa è la classica situazione in cui non sapete cosa fare. Inizierete a guardarvi intorno, a valutare tutte le possibilità, potreste guardare le stelle provando a orientarvi, oppure chiuderete gli occhi cercando di concentrarvi sugli altri sensi, olfatto e udito. Potreste prendere una decisione sulla base dell’istinto oppure di considerazioni sbagliate, e così finire per sbagliare comunque.
E in questi casi che corrono in soccorso le carte.
Lo diceva Sallustio
Faber est suae quisque fortunae
– Sallustio
Al signor Gaio Sallustio Crispo, storico e politico romano vissuto circa 2100 anni fa, dobbiamo la locuzione latina “Faber est suae quisque fortunae”, declinata in varie versioni tra cui la nota “Homo faber fortunae suae”, che si traduce letteralmente così: “L’uomo è artefice della propria sorte”. Già a quei tempi la saggezza di uomini illuminati relegava il fato a mito, restituendo all’uomo il ruolo di homo faber, ovvero artefice del proprio destino.
Prevedere il futuro con le carte
Come si possono fare previsioni sul futuro se il destino non è scritto? Chi mai può sapere con certezza cosa accadrà domani o tra un mese o tra un anno? Fare una previsione non significa avere certezza di ciò che accadrà, ma valutare il novero delle possibilità per arrivare a stabilire cosa potrebbe accadere. Nella lettura delle carte il “potrebbe accadere” è legato alle scelte che faranno le persone coinvolte nei fatti, non soltanto il consultante ma tutte le persone, tra cui però il consultante assume un ruolo fondamentale.
Tarocchi e libero arbitrio
Le scelte del consultante appaiono quindi determinanti perché la storia evolva in una maniera o in un’altra. Il ruolo del cartomante, che è colui che si occupa del consulto mediante un mezzo divinatorio come i Tarocchi, è quello di fare da tramite e interprete. Nessun cartomante e nessun essere umano ha un qualche potere sul libero arbitrio della persona.
Una lettura consapevole dei tarocchi si basa sulla maturità della persona che si rivolge al cartomante, non soltanto per conoscere un eventuale futuro, ma per fare un’indagine sulle proprie motivazioni più profonde che gli Arcani dei Tarocchi possono benissimo leggere. A quel punto, chi interroga i Tarocchi potrà capire gli errori da correggere e, dalla stesura delle carte, si avrà la traccia di quale percorso fare per migliorare la situazione.
L’interpretazione approfondita dei Tarocchi non fornisce risposte sicure su nessun risultato, ma ne lascia intravedere al consultante il fine, di modo che col suo libero arbitrio sia solo lui o lei a decidere.